Qui di seguito trascriviamo il capitolo ottavo della Caraka Saṃhitā Sārīrasthāna in cui viene trattato il tema della progreazione, la traduzione in italiano è stata curata del dott. Ernesto Iannaccone.
Esporrò ora la lezione intitolata “Insegnamenti sulla procreazione”.
Così parlò il nobile Ātreya.
Insegnerò la procedura che consente ad una donna e ad un uomo dotati di seme, sangue ed utero non viziati, che siano desiderosi di una progenie eccellente, di conseguire il loro obiettivo.
La donna e l’uomo, dopo essersi sottoposti a lubrificazione e sudazione e dopo essersi purificati con l’emesi e la purgazione, vanno ricondotti gradualmente alla loro condizione naturale. Una volta che essi si siano purificati si intraprenderà un corso di enteroclismi evacuativi e lubrificanti ed un trattamento a base di ghi e latte processati con medicine di sapore dolce per l’uomo, a base di olio e di fagioli māṣa per la donna.
Per tre giorni, poi, dall’esordio delle mestruazioni, lei dovrebbe essere casta, dovrebbe dormire in terra, dovrebbe mangiare con le mani da un recipiente non rotto e non dovrebbe lavarsi in alcun modo. Il quarto giorno, poi, ella dovrebbe applicare unguenti sul corpo e sul capo, fare il bagno ed indossare abiti bianchi, come pure l’uomo. Vestiti di bianco, adornati da ghirlande di fiori, con mente compiaciuta e vogliosi l’uno dell’altra essi dovrebbero coabitare i giorni pari, contati a partire dal bagno (purificatorio), se desiderano un figlio maschio ed i giorni dispari se desiderano una femmina.
Non bisognerebbe praticare le posizioni (dell’amore) con la donna che guarda verso il basso o posta di fianco. Nella posizione con la donna che guarda verso il basso vāta diviene forte ed affligge il tratto genitale di lei; Se la donna giace sul fianco destro, kapha, caduto, ostruisce l’utero; se giace sul fianco sinistro il pitta compresso brucia il sangue e lo sperma. Pertanto ella dovrà ricevere il seme giacendo supina: così facendo gli umori rimangono nelle sedi opportune. Al termine del rapporto lei dovrebbe aspergersi con acqua fredda. Il coito condotto con una donna che ha mangiato troppo o che è affamata, assetata, impaurita, non rispettosa, afflitta da dispiacere o collera, desiderosa di un altro uomo, troppo vogliosa di fare l’amore, non genera l’embrione o produce una progenie anormale. Bisogna evitare le donne troppo giovani e troppo anziane, quelle sofferenti di malattie croniche o afflitte da altre anormalità. Gli stessi difetti si applicano anche all’uomo. Liberi da tutti i difetti, dunque, la donna e l’uomo dovrebbero congiungersi.
Ben eccitati in vista dell’amplesso, preparato un letto carico di aromi favorevoli, ben ampio e confortevole, consumato un pasto gradevole e non eccessivo, essi dovrebbero montare sul letto, l’uomo con il piede destro e la donna con il sinistro.
A quel punto egli reciterà i mantra: “Tu sei il serpente, tu sei la vita, tu sei il fondamento di tutto, possa Dhātṛ donarti, possa Vidhātṛ stabilirti, che la gloria del Brahman sia con te!” e “ Che Brahmā, Bṛhaspati, Viṣṇu, Soma, Sūrya, gli Aśvin, Bhaga, Mitra e Varuṇa mi donino una progenie eroica! “ Così recitato, faranno l’amore.
Qualora lei desiderasse un figlio grande, di carnagione chiara, dagli occhi gialli, valoroso, puro, con una mente eccellente, a partire dal bagno di purificazione si dovrebbe procedere così: ella dovrà prendere regolarmente come bevanda, per sette giorni, ai momenti opportuni, una crema d’orzo bianco mischiata con ghi e miele, mescolata con latte di una mucca bianca che abbia un vitello del medesimo colore, in una tazza d’argento o di bronzo. Al mattino ella mangerà delle preparazioni di riso śali o di orzo mescolate con yogurt, miele, ghi o latte; alla sera la sua camera, il suo letto, la sua sedia, le sue bevande, i suoi abiti ed i suoi ornamenti dovranno essere di colore bianco. Notte e dì ella dovrà guardare sempre un grande toro bianco od uno stallone spalmato di pasta di sandalo. Si intratterrà in conversazioni gradevoli e piacevoli per la mente, vedrà donne ed uomini gradevoli per aspetto, linguaggio, modi ed attività, ed altri oggetti di senso di colore chiaro. Le sue compagne ed il marito dovrebbero attendere a lei con cose ad ella care e salubri. (Lei ed il marito) non dovrebbero fare l’amore. Dopo aver seguito per una settimana queste regole, l’ottavo giorno lei ed il marito dovrebbero fare delle abluzioni sul corpo e sulla testa, poi dovrebbero indossare abiti nuovi di colore bianco e portare ghirlande ed ornamenti pure bianchi.
L’officiante, poi, dovrebbe scegliere un sito posto a nord della casa (degli sposi) che degradi verso l’est o verso il nord, spalmarvi il terreno di sterco di mucca mescolato con acqua, consacrarlo con acqua e stabilirvi un altare. (L’officiante) si siederà ad ovest dell’altare su di un cuscino fatto di tessuto nuovo o su di una pelle di toro bianco in caso (egli) sia impiegato da un brahmano, su di una pelle di tigre o di toro se impiegato da un membro della casta regale, su di una pelle di daino o di capra se da un membro del popolo. Lì posto, egli dovrà accendere il fuoco con dei bastoncini di palāśa, di iṅgudi, di udumbara o di mādhūka, spargervi intorno dei mazzi di erba kuśa e, delimitata (l’area del fuoco) con un recinto, vi lancerà chicchi di riso fritto e fiori bianchi e profumati. Lì egli porrà un recipiente con acqua pura e santificata e e il consacrerà il ghi per renderlo idoneo ad essere usato come oblazione. Indi porrà ai quattro angoli animali come il cavallo, ecc.., del colore già menzionato.
A questo punto la donna desiderosa di un figlio dovrà, insieme con il marito, prendere posto ad ovest del fuoco, a sud dell’officiante, e tenendosi per mano con il marito, proclamerà il suo desiderio per un figlio. Per lei che ha espresso il suo desiderio l’officiante invocherà Prajāpati affinché soddisfi il desiderio di lei nel suo utero e compirà l’offerta votiva recitando la strofa: “Che Viṣṇu prepari il tuo grembo, (che Tvaṣṭṛ modelli le forme, che Prajāpati irrori, che Dhātṛ ponga in te l’embrione. Poni l’embrione, o Sinīvalī! Poni l’embrione, o dea dalle lunghe trecce! Ponete l’embrione, o due Aśvin, o dei con le ghirlande di loto!)”. Mescolata l’oblazione con il ghi, la offrirà per tre volte come prescrivono i Veda. A lei darà il recipiente con l’acqua santificata dai mantra dicendo: “Usala tutte le volte che ti serve acqua!”. Una volta che il rito sia stato completato lei dovrà, partendo con il piede destro, girare attorno al fuoco nella direzione propizia, insieme con il marito. Dopo che i brahmani hanno pronunciato le loro benedizioni si mangeranno i resti del ghi, l’uomo prima e la donna poi, e non dovrà rimanere alcun avanzo del ghi. Poi (gli sposi) coabiteranno per otto notti indossando gli abiti e gli altri articoli del tipo prescritto. In questo modo essi genereranno il figlio desiderato.
Qualora tuttavia la donna desiderasse un figlio di colorito scuro, con gli occhi rossi, dal torace ampio e le braccia grandi, oppure un figlio di colorito nero, con capelli neri lunghi e morbidi, occhi e denti bianchi, valoroso, padrone di sé, in entrambi i casi si applicheranno medesime regole valide per le oblazioni, eccetto che per il colore dell’ambiente. L’ambiente dovrebbe essere creato per la donna in funzione del colore che ella desidera per il proprio figlio.
La donna śudra si limiterà a porgere omaggio (agli dei, al fuoco, ai due volte nati, ai maestri, agli asceti, agli esseri perfetti).
Se una donna vuole un figlio di un certo tipo, presa cognizione del desiderio di tal figlio le si dirà di viaggiare mentalmente nei paesi dove vivono persone d’aspetto analogo a quello che lei vuole per il figlio. Le si dirà di adottare l’alimentazione, lo stile di vita, il comportamento e gli abiti delle genti di quei paesi.
Ecco spiegata l’intera procedura che consente di realizzare pienamente il desiderio per un figlio.
Questa procedura non è l’unico fattore a determinare una specifica carnagione. Difatti l’elemento fuoco, (mescolato) in prevalenza con gli elementi acqua e spazio produce il colorito bianco, con gli elementi terra ed aria prevalenti il colorito nero e con tutti gli elementi in equivalenza il colorito scuro.
Nelle creature viventi i fattori che determinano il tipo specifico di mente sono: la natura della mente della madre e del padre, i suoni uditi frequentemente dalla madre durante la gravidanza, le azioni compiute (durante l’esistenza precedente), il tipo di mente coltivato (durante l’esistenza precedente).
Quando fanno l’amore una donna ed un uomo i cui corpi privi di difetti sono stati perfezionati con la procedura prima descritta, lo sperma non viziato si unisce nella vagina non viziata con il sangue fecondo non viziato e genera con certezza un embrione nell’utero non viziato. Come una sostanza colorante colora in modo eccellente un panno senza difetti e perfettamente pulito semplicemente cadendovi su, oppure, come il latte mescolato con la cagliata grazie a quel mescolamento perde la sua propria natura e diviene yogurt, così è per lo sperma.
La causa della femminilità e della mascolinità dell’embrione in formazione è stata già detta. Come un seme non bruciato se seminato segue la propria natura e diviene riso se riso oppure orzo se orzo, così il femminile ed il maschile seguono la loro natura in accordo alla causalità già descritta.
La trasformazione delle due nature è insegnata da un rituale descritto dai Veda e messo opportunamente in pratica prima della manifestazione (della differenziazione). Dei riti eccellenti in quanto a luogo e tempo certo è il frutto desiderato, così come altri atti portano ad altri frutti. Pertanto, avendo stabilito che la donna è incinta, le si darà il puṃsavana prima della manifestazione della natura del feto.
Due germogli non sciupati cresciuti su di un ramo esposto ad est o a nord di un albero di banyan cresciuto in un luogo frequentato da mucche, insieme con due fagioli māṣa o grani di mostarda di eccellente qualità vanno mescolati con yogurt e da lei bevuti alla congiunzione della luna con Puṣya.
Oppure, la pasta di jīvaka, ṛṣabhaka, apāmārga e sahacara, una o tutte loro, come si preferisce, va bollita nel latte.
Od ancora, un kuḍyakītakaṃ od un piccolo pesce vanno messi nella quantità d’acqua contenuta nelle due mani a coppa e (quell’acqua) va bevuta alla congiunzione della luna con Puṣya.
Od ancora, bisogna mettere in una quantità di yogurt, di latte o d’acqua pari al contenuto delle due mani a coppa, l’effigie di un uomo, di color fuoco, piccola, fatta d’oro, d’argento o di ferro. Lei dovrebbe bere (quel liquido) senza lasciar alcun resto, alla congiunzione della luna con Puṣya.
Infine, sempre alla congiunzione della luna con Puṣya, lei dovrebbe inalare i vapori del riso che sta venendo tostato e, seduta sulla soglia della casa, introdurre il succo della cottura di quel riso nella narice destra con l’aiuto di un tampone di cotone.
Lei dovrebbe fare anche qualsiasi altra cosa che i brahmani o le donne esperte consigliano come utile per il puṃsavana.
Questo è il puṃsavana.
Ora, poi, menzioneremo le misure per il mantenimento dell’embrione: tenere le piante aindrī, brāhmī, śatavīryā, sahasravīryā, amoghā, avyathā, śivā, ariṣṭā, vātyapuṣpī, viṣvakṣenakantā, sulla testa o con la mano destra, bere del latte o del ghi preparati con esse, fare un bagno con quelle ad ogni congiunzione della luna con Puṣya, impiegare sempre le piante del gruppo dei “vitalizzanti” secondo le regole stabilite. Sono state così descritte le misure per il mantenimento dell’embrione.
I fattori che procurano danno al feto sono i seguenti:
usare sedie disagevoli, irregolari, rigide;
trattenere il bisogno di eliminare aria, urina e feci;
praticare esercizio fisico duro ed al quale non si è abituate;
indulgere in articoli forti e piccanti, mangiar troppo o troppo poco. Ciò fà sì che il feto muoia nell’addome, che venga emesso fuori tempo, che si dissecchi.
Colpire o fare pressione (sull’addome), guardare frequentemente in pozzi, cavità e cisterne,
viaggiare in veicoli con troppe scosse, ascoltare suoni troppo spiacevoli. Tutto ciò fa partorire fuori tempo.
Dormire stesa in posizione supina fa sì che il cordone ombelicale si possa arrotolare attorno al collo del feto, dormire all’aperto od andare in giro la notte fa nascere un figlio insano di mente. Una condotta incline alla discordia ed alle liti provoca la nascita di un figlio epilettico. L’attività sessuale (in gravidanza) fa nascere un figlio malformato, impudico o femmineo.
Se la gestante è sempre triste, genererà un figlio pauroso, poco sviluppato o dalla vita corta.
Se la gestante intrattiene cattivi pensieri, genererà un figlio che infligge dolore ad altri, invidioso o femmineo.
Se la gestante ruba, genererà un figlio che si stanca facilmente, assai violento o refrattario al lavoro.
Se la gestante è collerica, genererà un figlio irascibile, truffatore o invidioso.
Se la gestante dorme sempre, genererà un figlio torpido, povero d’intelligenza o con un fuoco debole.
Se le gestante è dedita all’alcool genererà un figlio sempre assetato, povero di memoria o di mente instabile.
Se la gestante si nutre in prevalenza di carne d’iguana, genererà un figlio con sabbia renale, calcoli urinari o difficoltà ad urinare.
Se la gestante si nutre in prevalenza di carne di maiale genererà un figlio con gli occhi rossi, difficoltà a respirare o con i peli eccessivamente duri.
Se la gestante consuma regolarmente carne di pesce genererà un figlio con le palpebre che si chiudono lentamente o con gli occhi rigidi.
Se la gestante consuma regolarmente articoli dolci genererà un figlio diabetico, muto od obeso.
Se la gestante consuma regolarmente articoli acidi genererà un figlio afflitto da rakta-pitta, da malattie della pelle o degli occhi.
Se la gestante consuma regolarmente articoli salati genererà un figlio che matura velocemente
rughe, canizie o calvizie.
Se la gestante consuma regolarmente articoli piccanti genererà un figlio debole, con poco sperma o sterile.
Se la gestante consuma regolarmente articoli amari genererà un figlio emaciato, senza forza o poco sviluppato fisicamente.
Se la gestante consuma regolarmente articoli astringenti genererà un figlio di colorito scuro, tendente alla stitichezza e con un movimento invertito di vāta.
Una donna incinta che indulge in questi fattori causali di malattie genererà una progenie affetta da malattie che sono determinate da quegli stessi fattori.
I difetti dello sperma paterno vengono spiegati in modo analogo a quelli della madre.
Così sono stati descritti i fattori che procurano danno al feto. Pertanto la donna desiderosa di una progenie eccellente dovrebbe astenersi in particolar modo dai cibi e dai comportamenti non salutari. Ella dovrebbe impegnarsi ad avere un buon regime di vita, dei nutrimenti e dei comportamenti salutari.
I disordini di lei andrebbero trattati con rimedi perlopiù gentili, dolci, freschi, gradevoli, delicati. Durante l’intera gravidanza non si devono praticare l’emesi, la purgazione, l’eliminazione (degli umori) dal capo, il salasso, gli enteroclismi secchi o lubrificanti, eccetto in caso di malattie che richiedano intervento urgente. A partire dall’ottavo mese, in caso di malattie acute curabili con l’emesi e le altre terapie, le si potrà effettuare. L’amministrazione dell’emesi o di altre terapie aventi medesimo fine dovrà esser dolce. La gestante va trattata come un orcio pieno d’olio che non si deve mai scuotere.
Ora, di seguito, esporrò la gestione mese dopo mese di una donna incinta che non soffra di disordini:
nel primo mese, se si sospetta una gravidanza, la donna dovrebbe bere latte non processato (con erbe medicinali), in giusta dose, fresco, ai momenti opportuni, e dovrebbe prendere del cibo congeniale, sera e mattina.
Nel secondo mese ella dovrebbe bere del latte bollito con erbe medicinali di sapore dolce.
Nel terzo mese lei berrà latte mescolato con miele e ghee.
Nel quarto mese prenderà un akṣa di burro fresco estratto dal latte.
Nel quinto mese (un akṣa) di ghi estratto dal latte.
Nel sesto mese (un akṣa) di ghi estratto dal latte e cotto con erbe medicinali di sapore dolce.
Nel settimo mese come nel mese precedente.
“I capelli del feto che crescono in questo periodo provocano bruciore nella madre”, dicono le donne. “Non è così!”, afferma il nobile Ātreya. A causa della pressione esercitata dal feto, vāta, pitta e kapha si spostano nel torace e causano bruciore. Da ciò deriva prurito ed a causa del prurito si formano strie cutanee. In una tale situazione si darà da bere alla madre al momento giusto una manciata di burro fresco cotto con erbe medicinali di sapore dolce, insieme con un decotto di kola. Si spalmeranno sui capezzoli di lei le paste di sandalo e di steli di loto, oppure le polveri di dhātakī, mostarda e liquerizia, o le paste di kuṭaja, di semi di arjaka, di musta, di curcuma, od ancora, le paste di nimba, kola, surasa e mañjiṣṭhā, o la pasta di triphala mischiata con sangue di cervo pomellato, di antilope o di coniglio. Si massaggerà (la parte) con olio preparato con foglie di karavīra e la aspergerà con acqua bollita con gelsomino e liquerizia. Quando compare il prurito lei dovrebbe evitare di grattarsi per non ferire e non disfigurare la pelle. Se il prurito fosse insopportabile lei frizionerà e massaggerà (la parte) per non grattarsi. Mangerà alimenti dolci, allevianti vāta, in piccola quantità, non grassi, non salati, accompagnati da poca acqua.
Nell’ottavo mese lei dovrebbe bere una crema di cereali preparata con latte ed addizionata con ghi.
“No!”, disse Bhadrakāpya, “perché il bambino può venire giallo”. Il nobile Punarvasu Ātreya replicò: “Non è vero che quel regime non vada seguito. Adottandolo, infatti, la donna in salute genererà il miglior figlio della famiglia, eccellente per salute, forza, carnagione, voce e compattezza”.
Nel nono mese ella dovrebbe ricevere degli enteroclismi lubrificanti a base di olio preparato con erbe medicinali di sapore dolce. Al fine di lubrificare il canale del parto dovrà porre in vagina un tampone di cotone imbevuto d’olio.
Questa procedura che è stata insegnata per la gestione della donna gravida dal primo mese al nono mese, se adottata dalla gestante, rende morbidi l’addome, i lombi, i fianchi e la schiena, muove nella giusta direzione vāta, agevola il percorso delle feci e delle urine che rimangono normali, mantiene la consistenza morbida della pelle e delle unghie, promuove la forza e la buona carnagione, consente di generare facilmente ed al tempo giusto il figlio desiderato, felice e dotato di eccellenti qualità.
Qualsiasi altra cosa avente analogo proposito venga raccomandata dai brahmani e dalle donne anziane, andrà provvista.
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