Kapha dosha, composto di jala (acqua) e prithivi (terra), è il fattore dell’energia potenziale che controlla la stabilità e la lubrificazione.
Per comprendere il ruolo di kapha dosha, è necessario precisare il concetto di energia potenziale che, in Fisica, è una caratteristica dei campi conservativi, come quello gravitazionale terrestre o come il campo elettro - magnetico. In sostanza il lavoro compiuto da un grave o da una carica elettrica non dipende dal cammino percorso, ma soltanto dagli estremi della traiettoria, dai punti di arrivo e di partenza. Questo fa sì che in campi del genere, si possa parlare di energia potenziale o di posizione: se un grave si trova ad una certa altezza, possiede l’attitudine a svolgere un lavoro, perché se lo si lascia cadere al suolo svilupperà un’energia pari a mgh, cioè al suo peso mg (massa per accelerazione di gravità) per h, la distanza percorsa o l’altezza da cui precipita.
Dunque l’energia potenziale di un grave o di una carica elettrica non è materialmente immagazzinata nell’oggetto, ma si manifesta quando quest’ultimo si sposta, dall’alto verso il basso. Nel momento in cui si manifesta, quest’energia, diventata cinetica, può essere intrappolata nei paramanu (atomi) e negli sthulabhutani (molecole) della materia, cosicché kapha dosha è energia potenziale che genera un lavoro di accumulazione energetica sotto forma di legami chimici e di biomolecole. Per esempio il DNA di uno zigote (cellula uovo fecondata) può esprimersi fenotipicamente in strutture anatomo-fisiologiche, può cioè sviluppare e concretizzare il progetto insito nelle sequenze polinucleotidiche del materiale ereditario attraverso una procedura che, nel suo libro “Il caso e la necessità”, Jacques Monod definì Processo Teleonomico Essenziale.
Kapha dosha si identifica, in un certo senso, con quest’ultimo e quando quel processo si materializza nelle strutture biologiche, è l’energia potenziale di kapha dosha che si sostanzia nella concretezza della materia. I campi conservativi tuttavia non sono misteriose regioni spaziali dall’origine sconosciuta, ma sono generati da un qualcosa di specifico: il campo gravitazionale è posto in essere dall’enorme massa terrestre, un campo elettro - magnetico è causato da una carica elettrica, il campo conservativo di kapha dosha è generato invece da ojas, la sua forma sottile, al limite tra materia ed energia pura, l’essenza vitale del corpo. Infatti “come il ghee (burro chiarificato) è presente nel latte ma non lo si può vedere, così anche ojas è presente in tutti i dhatu (tessuti corporei) in forma molto sottile” (Sushruta Samhita). Kapha dosha è indubbiamente il più denso e grossolano dei tre dosha ed esplica di norma due funzioni: genera, come abbiamo visto, la forma fisica rendendola solida e stabile e protegge contro il caldo eccessivo e il logorìo quotidiano. I tessuti e i cataboliti sono di competenza di kapha dosha che, a livello citologico, gestisce la struttura stessa delle cellule. Nell’apparato digerente regola le secrezioni che lubrificano e proteggono gli organi preposti alla digestione. Poiché rappresenta gli stati potenziali di energia, kapha dosha ne consente l’accumulo ed inoltre alimenta la stasi, ma quando questa è eccessiva il risultato è l’inerzia. I sistemi di conduzione seno- atriale e atrio-ventricolare forniscono il movimento al cuore (sistole e diastole), agevolato da kapha dosha con la produzione del liquido pericardico che consente ai foglietti parietale e viscerale del pericardio di scorrere l’uno sull’altro senza attriti. Stessa cosa accade nell’addome con il peritoneo che, umettato dal liquido peritoneale, asseconda la peristalsi intestinale. Nelle articolazioni kapha dosha è responsabile del liquido sinoviale che provvede a lubrificare e proteggere le cartilagini di coniugazione. L’encefalo e il midollo spinale sono immersi nel liquido cefalorachidiano, di competenza di kapha dosha, così come il muco che protegge il rivestimento interno (mucosa) dei visceri per tutta la loro lunghezza, consentendo al cibo di scorrere agevolmente.
Kapha dosha è concentrato nel torace, nella gola, nella testa, nel naso, nelle cavità, nella bocca, nello stomaco, nelle giunture articolari, nel plasma, nel muco.
Ciò che precede fa intuire facilmente al Lettore che le qualità fondamentali di coloro che hanno una kapha prakriti siano rappresentate soprattutto da regolarità e costanza, da immobilità e stabilità, da freddo e umidità, da pesantezza e morbidezza.
La persona di costituzione kapha presenta una corporatura medio-grande, struttura ossea pesante, spalle larghe, torace ampio e ben sviluppato. Sovente, la tendenza all’accumulo di energia favorisce l’imponenza fisica. Il corpo appare ben proporzionato, con vene e tendini non sporgenti a causa della buona muscolatura e con articolazioni ben lubrificate. Per la pesantezza di kapha dosha, la persona kapha tende al sovrappeso e all’accumulo di adipe sottocutaneo, soprattutto in cosce, glutei e addome, ma può controllare il peso, anche se con difficoltà, ricorrendo all’esercizio fisico regolare. Occorre saper distinguere una persona con kapha dosha dominante da una con kapha dosha in eccesso: la prima ha una struttura osteo-muscolare possente per natura, la seconda è voluminosa per sovrappeso od obesità! La persona kapha presenta cute spessa, liscia, lievemente grassa e ben idratata, a volte glabra o con peli scarsi. In particolare l’epidermide è soffice, lucida ed oleosa, fresca ma non fredda al tatto. Di solito non vi è predisposizione ad alcun disordine dermatologico. La persona kapha ha una carnagione chiara, ama i bagni di sole e si abbronza in maniera completa ed omogenea, se l’esposizione non è eccessiva. .La traspirazione della persona kapha è moderata e regolare anche in presenza di temperature elevate. I capelli della persona kapha sono tipicamente castani o castano scuri, spessi, folti, fitti, leggermente ondulati e appena ruvidi. Le unghie della persona kapha sono forti, resistenti, spesse, larghe e simmetriche, a volte con una sfumatura pallida. Gli occhi della persona kapha sono grandi, tranquilli ed espressivi, talvolta blu ma più spesso color del cioccolato al latte. La persona kapha ha denti grandi e regolari, di color bianco perla, che raramente necessitano di cure odontoiatriche. Quando la lingua è provvista di patina, in genere è spessa e rappresa, localizzata soprattutto nella parte anteriore del suo dorso, di colore bianco e con sapore dolciastro nauseante. La persona kapha di norma ha un desiderio stabile e moderato di cibo, sebbene possa essere indotta a mangiare per compensare determinate emozioni. Può passare un’intera giornata ad acqua e succhi di frutta e verdura senza avvertire alcuno stress fisico, giacché tende ad accumulare in anticipo abbondante energia per far fronte a simili eventualità. Per la persona kapha la cosa migliore è una prima colazione leggera, ma sovente saltarla del tutto non rappresenta un problema. Non le dà molto fastidio neppure saltare il pranzo. La persona kapha evacua di solito con regolarità una volta al giorno, talvolta con lentezza. Le feci sono composte, raramente dure. La donna kapha ha cicli mestruali facili e regolari, con una quantità media di flusso ematico che può assumere un colore piuttosto chiaro. I crampi sono lievi e piuttosto sordi. La donna kapha è predisposta alla ritenzione di liquidi. La persona kapha è sufficientemente stabile da non sentirsi granché disturbata dagli eccessi climatici, tuttavia ha una certa avversione per i climi freddi ed umidi. La persona kapha ha una libido stabile e di norma gode del sesso senza particolare entusiasmo, a causa dell’innata riluttanza a spendere energia, ma quando è coinvolta prova un desiderio sessuale intenso e capace di continua eccitazione. La fertilità è di norma ottima. La persona kapha gode di un eccellente tono muscolare, di una naturale coordinazione ed è capace di resistere al movimento vigoroso, ma è pure la meno interessata agli sforzi fisici a causa della forte predisposizione alla pigrizia e all’indolenza. Se però viene motivata, essendo la persona kapha una sorta di atleta naturale, trae grande beneficio dall’attività ginnica regolare e sperimenta un profondo senso di benessere. Di rado avverte fame dopo l’allenamento. La persona kapha si addormenta rapidamente e ha il sonno pesante, ma si sveglia riposata e vigile. Se può farlo ama dormire molte ore per notte, perché in questo modo risparmia energie. Di rado ha difficoltà ad addormentarsi. La persona kapha fa sogni tranquilli, romantici, composti, sereni e privi di incidenti. Si esprime lentamente e con cautela, senza molta voglia, al punto che può essere necessario tirarle fuori le informazioni con le pinze, ma quando si riesce a farla parlare è capace di un eloquio piacevole. La persona kapha evita lo scontro frontale per la tendenza a compiacere che caratterizza la sua dolcezza innata. Prova una forte avversione nei confronti del cambiamento e la sua sensibilità emotiva si manifesta per lo più sotto forma di stress provocato da situazioni imprevedibili. La persona kapha spera sempre che ignorando il problema, piuttosto che affrontarlo e risolverlo, esso svanirà come neve al sole. Risvegliarne le emozioni non è facile, ma quando accade ci si trova di fronte a molta paura o a molta rabbia. L’innato compiacimento fa della persona kapha la meno motivata ad intraprendere un cammino evolutivo. Non è fanatica, tuttavia la sua fede, ovunque diretta, è salda ed irremovibile, ancorché determinata a mantenere lo status quo. La persona kapha ha spiccate qualità “materne”: tende ad essere tollerante, indulgente, compassionevole, forse perché kapha dosha è dominante nella prakriti della “madre” terra. La persona kapha di conseguenza si irrita difficilmente, ma se questo accade non dimenticherà mai l’offesa ricevuta, proprio come un masso (simbolo di stabilità ed inerzia) che difficilmente abbandona la sua posizione, ma che spostato si attesta nella nuova collocazione in maniera definitiva. La persona kapha non ha grandi capacità teoretiche e progettuali, però ha una notevole attitudine imprenditoriale che le consente di gestire con successo un’azienda, anche se a volte appare inflessibile e refrattaria ai cambiamenti. La persona kapha, dalla comprensione lenta ma definitiva, ha bisogno di farsi ripetere le cose più volte prima di poterle assimilare, ma allorché le apprende esse restano sue per sempre e non le dimentica più. La persona kapha è abitudinaria, parsimoniosa e può tendere all’avarizia. Talvolta si abbandona a spese emotive, ma in genere ritiene che il denaro sia fatto per essere risparmiato. Essendo di solito la persona kapha sana, pacifica e felice, la durata della sua vita è elevata.