Dopo la bioarchitettura ed il Feng Shui, arriva dall’India il nuovo metodo per concepire case sempre più ascetiche e trascendentali. Dove il concetto di abitare si sposa con le leggi cosmiche e naturali. Si chiama Sthapatya Veda e dopo il grande successo ottenuto negli Stati Uniti, sta prendendo piede anche in Italia, grazie ad architetti coraggiosi e ispirati. Che vogliono case dove si viva in modo più felice ed ottimistico. E dove ci si ammala di meno.
Negli Stati Uniti, nel sud-est dello Iowa, è nata ufficialmente Vedic City, la prima città creata su ispirazione dei principi dello Sthapatya Veda, tra i quali quello di base è di posizionare l’ingresso ad est, in armonia con il punto dove nasce il sole e dove ci sono le energie più sottili. Ad oggi conta 125 abitanti, ma entro dieci anni, secondo il suo creatore Jonathan Lipman, dovrebbe arrivare a mille. Anche in Italia sono partiti i primi progetti edilizi di questo tipo, a Rimini, Lodi, Lecco, in Umbria e poco fuori Verona.
Ma quali sono le basi della Sthapatya Veda? Prima di tutto bisogna progettare la casa in modo che le diverse energie del sole, nel suo percorso da est ad ovest, corrispondano alle specifiche funzioni ed attività di ogni stanza. In questo modo la legge naturale sosterrà sempre, nel modo migliore, ogni aspetto della nostra vita. Così ingresso, cucina e sala di meditazione vanno costruite nella parte est, lo studio deve stare a nord, la sala da pranzo ad est, il soggiorno e le camere da letto a sud. E anche le proporzioni della casa e delle stanze sono importanti, per stabilire un più profondo rapporto tra chi ci abita e l’ambiente circostante.
Ma non è tutto. Fondamentale è anche il Brahmasthan, il centro della casa, che può essere occupato solo da piante o da una fontana. Tutto questo per poter vivere davvero secondo natura.