La prima volta che senti parlare del Fior di Loto è stata legata all’India, allo Yoga. Per me, questo fiore era diventato un insieme di mistero e misticismo, che mi portava a rilegarlo alla Magia dell’India e alle posture ascetiche dei saggi. L’India dei colori e dei profumi, dei mantra e dei canti angelici espressioni di saggezze antiche.
Un fiore che nasce e cresce negli stagni e nelle paludi, nel fango e nella melma, e che in sé porta l’espressione più profonda di una bellezza rara. Questo fiore incarna Il simbolo di come la bellezza può trovarsi ovunque, persino in quei posti e luoghi dove non avremmo mai pensato, la melma. Così come l’Ayurveda afferma che la bellezza è presente in ogni essere nella sua massima espressione di individualità.
Scopriamo come la bellezza si può trovare in un volto rotondo con pelle bianca ed occhi grandi di una persona Kapha, o in quella ragazza con il volto ovale e con le guance piene di lentiggini espressione del fuoco Pitta, ed ancora la si può trovare in quel ragazzo dal volto scarno e gli occhi piccoli, incavati e pelle bruna caratteristiche forgiate dalla presenza del dosha Vata. Tutto fa ricondurre al detto popolare il quale afferma che: La bellezza risiede negli occhi di colui che guarda e apprezza.
Ma ritornando al fior di loto, in tanti viaggi in India mai mi ero trovato in sua presenza ed il caso volle che fu in Italia il mio primo incontro. In una tiepida giornata primaverile di qualche tempo fa mi ritrovai con cari amici a visitare Mantova ed i suoi laghetti, fu proprio là che ebbi un colpo al cuore quando ad un tratto i miei occhi si trovarono ad ammirare uno scenario di bellezza rara, un campo immenso di fior di loto rosa, migliaia e migliaia di fiori di svariata forma, grandezza e bellezza. Se vi capita di essere da quelle parti in una calda primavera, fate un salto ai laghetti di Mantova e tenetevi pronti ad ammirare una rara bellezza: il fior di loto.