In anteprima proponiamo una parte del testo sul Rasayana Pada curata dal Dott. Ernesto Iannaccone, la cui uscita è prevista entro i prossimi mesi dell'anno. La conoscenza sui Rasayana è sicuramente la parte più affascinante dell'Ayurveda, poichè tutti aspiriamo ad una lunga e prospera vita, e questo trattato è pieno di elisir di lunga vita.
Caraka Samhita, Cikitsasthana 1.1
Ora esporrò la lezione su abhaya ed amalaka, che costituisce il (primo) quarto della tetrade sulla terapia ringiovanente.
Così disse il glorioso Atreya.
Cikitsita, “cura”, vyadhi hara, “eliminazione della malattia”, pathya, “atto salutare”, sadhanam, “mezzo efficace”, ausadham, “medicina”, prayascitta, “atto riparatorio”, prasamana, “pacificazione”, prakriti sthapana, “ripristino della normalità” ed hita, “atto benefico”, sono i nomi con i quali si designa la terapia.
Le terapie sono di due tipi: alcune producono vigore negli individui sani, altre curano i disordini negli individui malati.
L’opposto della terapia è anch’esso di due tipi: quello che provoca danni (immediatamente) e quello che li reca successivamente. Le terapie che producono vigore negli individui sani sono soprattutto afrodisiache e ringiovanenti; le terapie del secondo tipo sono soprattutto curative dei disordini. Il termine prayas, “soprattutto”, indica l’effetto principale perché tutti e due i tipi di terapia producono entrambi gli effetti.
Dalla terapia rasayana, “ringiovanente”, un uomo ottiene lunga vita, memoria, intelligenza, immunità dalle malattie, giovinezza, eccellenza di potere, carnagione e voce, forza degli organi di senso. La terapia rasayana è il mezzo per ottenere l’eccellenza di rasa e degli altri tessuti.
La terapia afrodisiaca è quella che genera continuità di discendenza ed erezione immediata, quella grazie alla quale si ottiene la forza di uno stallone e la capacità di avere rapporti con le donne senza interruzione, grazie alla quale si diviene carissimi alle donne e ci si irrobustisce, grazie alla quale il seme non si riduce e rimane fertile pure in tarda età, grazie alla quale si diviene come ramificati, con molti rami, simili ad un grande albero sacro, grazie alla quale si guadagna l’onore ed il rispetto delle genti, grazie alla quale si hanno molti buoni figli, grazie alla quale si guadagna in questa vita e dopo l’immortalità fondata sul fatto di avere una discendenza, e quella che dona fama, prosperità, forza e nutrimento.
La terapia di due tipi che genera vigore negli individui sani è stata descritta; quella che distrugge le malattie verrà descritta nella sezione dedicata alla terapeutica.
Il proposito della terapia (del secondo tipo) è il trattamento delle malattie; la procedura dei trattamenti ringiovanenti ed afrodisiaci verrà insegnata per prima.
La “non terapia" consiste in ciò che è opposto alla terapia. Essa non va seguita. Insegnerò invece il
trattamento che va seguito. I saggi sono dell’opinione che l’amministrazione della terapia di ringiovanimento debba avvenire secondo due modalità: kutipravesika, “con entrata in una capanna”, e vatatapika, “all’aria ed al sole”.
Verrà insegnato prima il metodo kutipravesika: bisogna costruire una capanna in un luogo abitato dal re, dal medico, dai due volte nati, dai virtuosi e da coloro che compiono atti pii, libero da allarmi, considerato favorevole e dove tutti gli articoli necessari siano disponibili, su di un buon terreno ed orientata ad est o a nord. Quest’abitazione dovrebbe avere il tetto ampio, essere costituita da tre appartamenti (concentrici), avere finestre piccole e muri spessi, essere confortevole per la stagione, ben disposta, piacevole per la mente, non raggiungibile da rumori ed altri fattori molesti, inaccessibile alle donne, fornita degli equipaggiamenti desiderati, avente il medico, le medicine ed i brahmani prontamente disponibili.
Nel periodo in cui il sole si dirige verso nord, nella metà chiara del mese lunare, quando la luna si trova in una casa propizia, in un giorno di buon auspicio, quando l’ora ed il momento sono favorevoli, l’individuo dovrebbe entrare nella capanna dopo essersi rasato il capo, fortificato nella determinazione e nella memoria, fiducioso e concentrato, libero da difetti della mente e coltivando pensieri di amichevolezza nei confronti delle creature, avendo prima reso omaggio alle divinità ed ai brahmani ed avendo circumambulato nel verso corretto gli dei, le mucche ed i brahmani.
Nella capanna egli si purificherà mediante le procedure di purificazione; una volta poi che sia tornato felice ed abbia recuperato le forze praticherà la terapia di ringiovanimento.
Ora descriverò la purificazione:
La persona, preparata con la lubrificazione e la sudazione, deve bere polvere di haritaki, salgemma, amalaka, zucchero grezzo di canna, vaca, curcuma, pepe lungo e zenzero, insieme con acqua calda.
Avendo essa in tal modo purificato il proprio corpo e dopo esser passata per la procedura di riabilitazione dovrà prendere orzo insieme con ghee per una durata di tre, cinque o sette giorni finché non si sia liberata delle vecchie feci. Una volta constatato che l’intestino si è ripulito, il medico che conosca l’età, la costituzione ed il regime congeniale del paziente gli somministrerà la terapia ringiovanente appropriata.
Haritaki ha cinque sapori, è calda, non salata e propizia, muove i dosha nella giusta direzione, è leggera, stimolante del fuoco interno, digestiva, benefica per la vita, nutriente, eccellente nel ringiovanire, pacificante tutti i disordini, donatrice di forza all’intelletto ed ai sensi. Essa cura velocemente le dermatosi, il gulma, il movimento verso l’alto di vata, il deperimento, l’anemia, l’ebbrezza, le emorroidi, i disordini della grahari, le febbri croniche ed irregolari, le malattie del cuore e della testa, la dissenteria, l’inappetenza, la tosse, i disordini urinari, il gonfiore addominale, i disordini della milza, i disordini addominali recenti, l’espettorazione di muco, la perdita di voce e di colorito, l’itterizia, le parassitosi, gli edemi, la dispnea, il vomito, l’impotenza, la debolezza delle membra, le varie ostruzioni dei canali, la ricopertura del cuore e della linfa, l’oscuramento della memoria e dell’intelletto.
Queste virtù e queste azioni sono attribuibili anche ad amalaki ma la sua energia è opposta rispetto a quella di haritaki. In virtù di tali effetti il medico dovrebbe considerare i frutti di haritaki e di amalaka come ambrosia.
Il miglior terreno per le piante medicinali è l’Himalaya, eccellente tra le montagne. Pertanto bisogna cogliere nel modo appropriato, stagione dopo stagione, i frutti maturi che sono cresciuti lì, colmi di sapore e di energia, nutriti dal sole, dal vento, dall’ombra e dall’acqua, non marciti, non guastati, integri e sani.
Ora descriverò il modo di usare quei frutti ed il loro effetto eccellente:
Si prendano dieci pala di ognuna delle cinque pentadi di radici, mille frutti freschi di haritaki e tremila di amalaka. Le cinque pentadi di radici sono composte rispettivamente da: vidarigandha, brhati, prsniparni, nidigdhika e svadamra, che costituiscono la pentade avente inizio con vidarigandha; bilva, agnimantha, syonaka, asmarya e parala; punarnava, surpaparti, bala ed eranda; jivaka, rsabhaka, meda, jivanti e satavari; le radici di sara, iksu, darbha, kasa e sali.
Tutto ciò va bollito in dieci parti d’acqua. Quando il liquido si è ridotto alla decima parte la decozione va filtrata. Tutti i frutti di haritaki e di amalaka vanno privati dei noccioli e pestati con dei pestelli; le polveri cosi ottenute vanno gettate nel decotto. Il tutto va cotto a fuoco lento in una pentola di rame insieme con quattro pala di maandukaparni, pippali, sankhapuspi, plava, musta, vidanga, candan, aguru, madhuka, curcuma, vaca, kanaka, la varietà piccola di cardamomo, cannella, con millecento pala di zucchero in polvere, due adhaka di olio e tre di ghi. Una volta constatato che la preparazione ha assunto la consistenza di una confettura e non si è bruciata, essa va lasciata raffreddare; la si mescola poi con miele in quantità pari alla metà del ghi. Il tutto va lasciato riposare in un recipiente spalmato di ghi. Questa preparazione va impiegata nella dose corretta al momento opportuno. La dose giusta è quella viene digerita senza interferire con i pasti.
Una volta digerita bisogna assumere come cibo del riso sastika insieme con del latte.
Deposto il loro corpo logoro essi riguadagnarono l’età più giovane; liberi da logorio, spossatezza e malattie, pienamente concentrati e dotati di intelligenza, memoria e forza essi poterono praticare a lungo e con la massima applicazione l’ascesi brahmica ed il celibato.
Colui che desidera una vita lunga dovrebbe impiegare questo ringiovanente divino; egli godrà di un’esistenza prolungata e di una giovinezza eccellente e realizzerà i propri desideri.
(Tale è il brahma rasayana)