In Ayurveda, il miele è considerato in assoluto il miglior dolcificante. E' un alimento considerato "sattvico", cioè che contribuisce ad una attività mentale positiva.
Le sue qualità sono: dolce, astringente, pungente e riscaldante. In generale bilancia tutti e tre i Dosha. Tuttavia, in eccesso può aggravare Pitta. Nei più antichi testi di Ayurvedica si afferma che il miele costituisce il miglior rimedio per Kapha.
E' emolliente, espettorante, lassativo, nutritivo e tonico. Aiuta ad eliminare il catarro, ridurre gli accumuli di grasso e allo stesso tempo nutre la mente, i nervi e i sensi. E' ringiovanente, aumenta Ojas, la forza vitale, che nella medicina occidentale può essere assimilata alla funzione del sistema immunitario.
Il miele grezzo, non pastorizzato, di non oltre 6 mesi, è nutritivo e rinfrescante quindi ottimo per Pitta e Vata. Un po' di miele grezzo è il miglior dolcificante per i bambini e in piccole dosi è il miglior cibo per i bambini più piccoli. Aiuta a rafforzare il sistema immunitario. E’ particolarmente indicato nelle malattie croniche, debilitanti, che lasciano il bambino (ma anche l'adulto) stanco e dimagrito.
Come descritto nei testi ayurvedici, il miele non va mai cotto, perché aggrava Pitta (favorire infiammazioni) e facilmente si trasforma in AMA (tossine). Secondo l'ayurveda, quindi, l’abitudine occidentale di fare dolci con il miele (cuocere tutto insieme) non è sana, produce tossine e contribuisce al catarro.
Nella terapia ayurvedica, il miele è considerato un "anupana", cioè un veicolo con il quale assumere erbe e medicamenti. Migliora l'assimilazione dei rimedi e aumenta l'azione mucolitica di certe erbe.