Come funziona la medicina indiana? In quali casi?
(da una intervista al dott. Ernesto Iannaccone apparsa sulla rivista Class di nove anni fa)
E’ vero che combatte il mal di schiena e le coliti, ma è meno efficace nelle città inquinate? E che non è compatibile con gli ansiolitici? Uno dei massimi esperti italiani risponde alle domande più pratiche e ai casi concreti.
Arte della lunga vita, terapia o sistema di cura, in una parola: Ayurveda. Il termine significa conoscenza della vita, dall’unione dei sanscriti vid e ayus, e già questo chiarisce che è qualcosa di più di un’antica pratica medica. Ma non ha nulla a che vedere con la new age, con lo sciamanesimo e l’ ascetismo orientale. E’ una cosa seria, al punto che la OMS già negli anni 80 l’aveva dichiarata tra le terapie più semplici e duttili esistenti. Ma che cos’è in pratica? A chi è adatta? Che cosa cura? E quali sono i suoi limiti?
Class ha rivolto queste e altre domande a Ernesto Iannacone, medico specialista in igiene e medicina preventiva e autore di Ayurveda, la medicina dell’armonia tra l’uomo e l’universo (Tecniche Nuove).
Che cosa è l’ayurveda?
Dal punto di vista tecnico, è un sistema di prevenzione e cura della salute. E’ nata in India probabilmente 2000 anni fa ed è tuttora diffusamente praticata in India. Il termine significa, però, anche conoscenza della vita e questo indica che, oltre ad essere una terapia medica, è anche una visione della vita e delle cose, un modo diverso di vedere la realtà, figlio di una cultura molto antica.
E’ più indicato per le patologie fisiche o psichiche?
Innanzitutto non esiste una divisione tra patologie fisiche e psichiche. Per l’ayurveda la maggior parte dei problemi può essere risolta con un approccio solistico (Che riguarda cioè la totalità della persona). Se il disturbo, pertanto, è digestivo e si è, per esempio, di fronte a una colite, oppure nel caso di una cervicalgia, non si esclude, a priori, possa trattarsi anche di una questione nervosa o mentale.
“L’approccio olistico aiuta per le malattie degenerative che non sono riconducibili a un solo fattore, ma a tante cause connesse.”
In che cosa differisce dalla medicina convenzionale?
La medicina moderna è ferrata per le patologie chirurgiche, perché nella diagnosi individua un singolo agente patogeno. Ma rivela i suoi limiti di fronte alle patologie croniche e degenerative, come l’artrite reumatoide, l’epatite cronica, la sclerosi multipla, l’asma bronchiale o il diabete mellito. In questi casi, infatti, la malattia non è dovuta a un singolo fattore, ma a una miriade di cause interconnesse fra loro (comportamentali, ambientali, nutrizionali). Per questo l’ayurveda, che esamina tutte le componenti, risulta più efficace.
Quali sono gli strumenti di cui si avvale l’ayurveda?
Sicuramente il massaggio, ma anche l’alimentazione e lo yoga, non intenso come pratica ginnica, ma come visione della vita globale che si basa sull’equilibrio di mente-corpo.
Si può ricorrere all’ayurveda se si soffre di disturbi d’ansia o si assumono psicofarmaci?
L’approccio della medicina moderna è soppressivo. Nel caso, per esempio , di ansia, tende a prescrivere ansiolitici, che reprimono il sintomo. L’ayurveda , invece, risveglia l’autocoscienza, per cui un uso simultaneo sarebbe controproducente e conflittuale. Ma questo non significa che tra le due medicine non ci possa essere collaborazione.
In che modo?
L’esempio migliore di integrazione è quello indiano. Lì, il corso di laurea in medicina per i primi tre anni è misto.
Si dice che l’ayurveda allunghi la vita…
E’ vero, ma forse sarebbe meglio dire che aiuta a vivere meglio, con una giusta attenzione alla qualità della vita. Merito di una sapienza antica nell’uso delle erbe, formatasi proprio grazie ai “vecchi” che venivano, per tradizione, allontanati dai villaggi per vivere in solitudine gli ultimi anni. A loro e gli espedienti della natura, gli unici reperibili, si devono le ricette oggi usate e conosciute che aiutano alla longevità.
La longevità è dovuta anche a un’alimentazione particolare?
Sicuramente. Quello che mangiamo serve a ricreare e rigenerare il corpo. Per l’ayurveda esiste una relazione molto stretta tra l’individuo e il macrocosmo, quindi tra le persone e l’ambiente in cui vivono. Di conseguenza anche il cibo non può essere scelto a caso, ma dovrebbe essere sempre frutto del territorio. Sarebbe meglio, per esempio, non usare surgelati (di cui non si conosce la provenienza) e orientarsi verso alimenti semplici e genuini.
Difficile se si vive in una metropoli…
Basta organizzarsi, ci sono i gruppi di acquisto che rivolgono agli agricoltori locali. Oppure puntare sugli alimenti biologici privi di sostanze chimiche.
A proposito di alimentazione, spesso si associa l’ayurveda alla pratica del digiuno. E’ giusto?
Nei testi ayurvedici non è mai stata sostenuta la necessità di digiunare. Il corpo umano è un corpo cosmico, con un fuoco nel suo centro che va nutrito costantemente. Certo, ci sono modalità di nutrimento leggero…
“Per i disturbi del metabolismo si consigliano alimenti più leggeri, come il riso basmati e le lenticchie rosse.”
E’ prevista dunque anche la dieta?
Non nel senso comune del termine. Si prescrivono consigli alimentari particolari e più leggeri in alcuni casi e per tempi limitati. Per esempio, per le malattie croniche del metabolismo (ipercolesterolemia, obesità, ipertensione) si consigliano lenticchie rosse decorticate, riso basmati, cumino, zenzero. Oppure per chi soffre di gonfiore addominale è molto utile la trifala, un preparato depurativo che pulisce il colon e i canali di circolazione.
Quindi l’ayurveda è utile per prevenire?
Ha soprattutto questa funzione. Non a caso sostiene che bisogna sempre comportarsi, alimentarsi e curarsi rispettando le stagionalità e i cicli della natura. In questo modo si rischia meno di ammalarsi…
Questo vale anche per i bambini?
Senza dubbio, l’ayurveda si adatta perfettamente anche a loro. Il massaggio può essere eseguito, per esempio anche sui neonati. Certo, alcuni preparati non hanno sapori facili, perché sono totalmente naturali, ma per il resto non ci sono controindicazioni di nessun tipo.
Nessuna controindicazione, quindi, nessun limite?
Il limite è nella natura delle cose. L’ayurveda non pretende di far vivere tutti e bene per sempre. Anche la morte fa parte dell’ordine delle cose e va accettata.
- testo tratto dalla rivista CLASS di Gennaio 2007.