Ne parliamo con Giovanni Criscione, docente di Ayurveda ed esperto in metodologie ayurvediche, il quale ci illustra la sua visione della nuova figura professionale.
Giovanni Criscione: L’operatore ayurvedico è l’esperto nella pratica dei programmi di benessere descritte nei testi classici di Ayurveda, egli lavora nel campo del benessere consigliando ed applicando le diverse tecniche atte a mantenere il corretto funzionamento dei processi fisiologici e l’equilibrio delle energie vitali.
L’operatore ayurvedico pratica le diverse forme di massaggio descritte in ayurveda per mantenere l’equilibrio dell’energia dei tridosha Vata Pitta e Kapha; applica i diversi programmi di benessere come la pratica di shirodhara “la colata di olio tiepido sulla testa” per indurre nella persona uno stato di profondo rilassamento e creare la possibilità di sperimentare un senso di pace ed appagamento interiore, tale stato psicofisico permette la conseguente riduzione di stress e l’eliminazione delle tensioni nervose; utilizza programmi depurativi come il bagno di vapore “swedhana” o l’uso dei tamponi caldi “pinda” con proprietà decontratturanti.
L’operatore ayurvedico non si occupa dei disturbi né della malattia, il suo compito è quello di rafforzare fisicamente, mentalmente ed emotivamente l’individuo affinché possa sperimentare vivamente il suo stato di benessere psicofisico. In altre parole, l’operatore ayurvedico tratta la persona sana creando prevenzione e benessere.
Ayurvedaitalia: C’è differenza tra operatore ayurvedico e medico ayurvedico? Ed in quale misura si differenzia?
Giovanni Criscione: Da tanti anni, o forse fin dall’inizio dei tempi, la figura del medico è stata associata alla malattia e alla cura della medesima. Ancor oggi la gente va dal medico quando ha un problema di salute, purtroppo spesso quando è diventato ormai cronico, così ancor oggi il medico è chiamato al suo ruolo, trattare la malattia già formata.
Il ruolo dell’operatore ayurvedico è quello di consigliere del benessere, educare l’uomo a prevenire, sperimentare il proprio benessere e preservarlo. Come? Dando i mezzi che gli permettono di conoscersi, conoscere la propria natura e rispettarla. Difatti, la maggior parte dei nostri problemi di salute nascono dal non rispettare la nostra vera natura. Uno dei concetti che sono solito trasmettere alle persone che seguono i miei corsi l’ho riassunto in tre parole: Conoscersi, Apprezzarsi, Migliorarsi. Educare al benessere, questo è il ruolo dell’operatore ayurvedico.
Ayurvedaitalia: In pratica, come si può educare al benessere?
Giovanni Criscione: L’Ayurveda afferma che “una persona sana è colei o colui i cui dosha sono in equilibrio, il cui appetito è buono, i cui tessuti del corpo funzionano normalmente, le cui funzioni escretive sono in equilibrio, il cui Sé, la cui mente ed i cui sensi rimangono costantemente pieni di Beatitudine”. E’ da questa meravigliosa visione che l’operatore ayurvedico è chiamato ad operare. Innanzitutto deve fare scoprire alla persona che egli è unico e questo perchè le energie fisiche che compongono il suo corpo sono strutturati in una proporzione ben precisa e definita, in altre parole deve fargli scoprire la sua natura, la sua costituzione psicofisica. Da questa scoperta potrà iniziare a gestire il proprio corpo con una nuova prospettiva, comprenderà cosa è bene mangiare o il modo idoneo di relazionarsi con gli altri e l’utilizzo del proprio habitat in un modo intelligente; potrà consigliargli una routine giornaliera e stagionale che sia in armonia con la propria natura. Ma al di sopra di tutto ciò potrà consigliargli quelle pratiche che possano permettergli di ravvivare la sua gioia interiore, quella beatitudine descritta nei testi classici di ayurveda che invadendo i sensi e la mente conduce al benessere totale, che con altre parole possiamo descrivere in: pensieri felici strutturano cellule sane.
Ayurvedaitalia: Qual è la pratica che può ravvivare la beatitudine interiore?
Giovanni Criscione: Tutte le pratiche ayurvediche hanno questo obiettivo, perfino una corretta alimentazione e un buon approccio al cibo può infondere beatitudine. Anche il massaggio ayurvedico è finalizzato a far sperimentare uno stato di gioia ed appagamento interiore. Il contatto e gli oli aromatizzati permettono tutto questo, le tensioni si sciolgono, la mente si espande e il risultato è una chiara sensazione di benessere. Ma più di ogni altra cosa è la pratica di Shirodhara che inducendo ad un totale abbandono permette alla persona di sperimentare uno stato di piacevole tranquillità…ed il benessere è assicurato.
Ayurvedaitalia: Fin qui ci ha parlato di benessere, ma in un mondo in cui i problemi e le malattie dilagano che senso ha tutto questo?
Giovanni Criscione: Credo che questo è il momento giusto, l’uomo non può continuare a stare male, sono migliaia di anni che ci occupiamo di problemi e malattie, se continuiamo ad occuparci soltanto delle cose che ci danno dolore e dispiacere potremo continuare ancora per altri mille anni. Penso che sia arrivato il momento di impegnarci di più su ciò che ci dà piacere, gioia ed appagamento, così come per eliminare il buio bisogna accendere la luce altrettanto per eliminare la malattia è necessario ravvivare la gioia che è in noi. Esiste una bellissima espressione di ciò che sto cercando di illustrare in uno dei testi vedici, in esso è scritto: “Stiamo insieme, mangiamo insieme, siamo vitali insieme, irradiamo la verità, irradiamo la luce della vita, non criticheremo mai alcuno né mai ci intratterremo con la negatività”. Sicuramente realizzare questo proposito è un grande impegno che necessità di tanta attenzione, grinta e lavoro ma credo fermamente che è arrivato il momento che ci si occupi più della positività, in altre parole della prevenzione e del benessere. E’ su questo piano che l’operatore ayurvedico deve concentrarsi e lavorare.